Si tratta di un edificio di grande prestigio, capolavoro assoluto di Ignazio Gardella, così sinteticamente descritto dalla targhetta esplicativa sulla palina in facciata, che il Comune di Alessandria riserva agli edifici cittadini più importanti:
Capolavoro dell’Architettura italiana degli anni Cinquanta.
L’andamento obliquo delle pareti è determinato dalla necessità di ridurre la larghezza degli alloggi in corrispondenza dei soggiorni passanti.
Questo modo di progettare, a partire dalle necessità dello spazio interno, testimonia un atteggiamento tipico dell’architettura organica.
La verticalità accentuata, esaltata dalle finestre a tutta altezza con ante a scorrimento, è interrotta bruscamente da un originale tetto piano sporgente sottile come un castello di carte” (Argan).
Il rivestimento in grès testa di moro si rifà al colore dei mattoni di scarto, quelli troppo bruciati.
Ricordiamo che a questo edificio la redazione della nostra Rivista “L’INGEGNERE” aveva dedicato, negli anni 1992 e 1993, tre ampi servizi giornalistici che potrete trovare nei numeri: 1-92 (due articoli) e 1-93 (un articolo).